Biografia

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G.Novaresio da bambino.

Anni 20

Giovanni Novaresio nasce a Napoli nel 1919 dove trascorre i primi anni della sua infanzia. Il padre Ettore (insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro) era in servizio presso la Marina Regia e la famiglia si trasferisce spesso seguendo le diverse destinazioni assegnategli.
Egli avrebbe voluto che Giovanni seguisse le sue orme, mentre la madre Caterina, di idee progressiste, incoraggiò sempre le propensioni artistiche del figlio.
Nel 1926 la famiglia si sposta a Taranto.Già a quest’epoca Giovanni dimostra precoce passione e talento per la pittura. Il padre di un compagno di classe gli dà 20 lire per un quadretto: è la sua prima commissione.
Giovanni Novaresio

Anni 30

L’ultimo trasferimento è a Genova, nel 1934.
Giovanni frequenta il ginnasio, ma poi si iscrive all’Accademia Ligustica di Belle Arti: i risultati sono eccellenti, tanto che il suo insegnante, Alberto Helios Gagliardo (raffigurato dall’artista in un efficace ritratto conservato alla Galleria d’Arte Moderna di Genova) lo fa promuovere dal primo al terzo anno. Nel 1939 il suo nome compare per la prima volta in una mostra collettiva, la LXXXV Esposizione Promotrice di Belle Arti.
L’artista vive in una palazzina a Sampierdarena. Qui approfondisce e instaura solidi legami con la famiglia Brera e con la famiglia Dallafiora (per la quale realizza ritratti e soggetti floreali). Grazie a queste amicizie, il ragazzo conosce l’ambiente dell’alta moda: la signora Dallafiora lavora come sarta presso la celebre casa di mode Ventura, mentre i Brera possiedono una importante sartoria. Giovanni disegna applicazioni per abiti e la signora Dallafiora le realizza. Alcune opere dell’epoca testimoniano l’attenzione del giovane per questo tipo di attività.
A Sampierdarena, inoltre, il giovane apre il suo primo studio (via Montaldo).

Anni 40

Partecipa alle Mostre Prelittoriali nel 1941 (anno in cui si classifica ai primi posti).
Prende attivamente parte alla Resistenza.
In questi anni frequenta altri artisti genovesi vicini all’avanguardia (Fabbri, Cherchi…).Da questo gruppo nascerà la galleria Genova e l’Isola, il più importante centro culturale dell’epoca a Genova,al quale si avvicinano anche Scanavino, Fieschi  e Borella, che indicherà Novaresio come uno dei suoi maestri.

Interno

Anno: 1941

Tecnica: olio su tela

Misure: 50x60cm

Giovane Seduto

Anno: 1941

Tecnica: olio su tela

Misure: 60×45 cm

Anni 50

Nel 1951  lavora a Genova (illustrazioni per “La Gazzetta del lunedì”). L’anno seguente la personale alla Galleria Rotta incontra il favore della critica, così come accade nel 1953 per le opere presentate alla Mostra Regionale d’Arte .

 

Questa è l’epoca dei viaggi, che si inaugura con soggiorni a Marsiglia e Parigi. Sarà tuttavia l’Africa la terra d’elezione di Giovanni, luogo che rappresenterà sempre un motivo di ispirazione fondamentale per la sua arte.

 

Parte per  Mogadisco (Somalia), nel 1954.Qui dipinge una pala d’altare raffigurante “Il miracolo di S.Antonio” per la chiesa dei francescani e allestisce  presso la scuola di Chisimaio una mostra che registra un buon successo di vendite.

 

Ritorna a Genova, espone al circolo “Serenissima”, ma nel 1955 è nuovamente a Mogadiscio. Da qui, nella primavera del  1956,  si reca in Sud Africa: espone una serie di disegni alla Vanguard Gallery di Johannesburg e decora un padiglione della Fiera Campionaria.
Rientra in Somalia e presenta  al Museo della Garesa una serie di acqueforti: la mostra si chiude con la vendita di tutte le opere. Affresca la Sala del Consiglio dei ministri nel Parlamento somalo, e dipinge alcuni pannelli per il Credito Somalo di Mogadiscio (1957). Esegue anche le illustrazioni per Boscaglia.
Tornato a Genova, si dedica alla complessa realizzazione dell’Album Somalo.

Il rientro in Italia

Ritorna stabilmente in Italia. Prosegue l’attività espositiva e si impegna nella complessa realizzazione dell’affresco della chiesa Santa Teresa in Albaro a Genova: l’opera viene compiuta solo nel 1965, a causa delle  divergenze di idee sull’iconografia tra l’artista e la Curia.
1966
Si trasferisce a Roma (dove aveva esposto nel 1961 al Foyer Italo Africano) e apre uno studio in via Condotti. Rimane nella capitale fino al 1971, ma l’ambiente caotico non si adatta alla sua ricerca.
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Le ricerche pittoriche dagli anni Settanta agli anni Novanta

Sceglie come ultima residenza il piccolo borgo di Godiasco (Pv), in cui però non si isola: mantiene studi sia a Genova, sia a Milano, approfondendo costantemente la propria ricerca artistica. Inoltre sino agli anni Novanta partecipa a collettive (Spoleto, Genova) e allestisce personali (Genova, Roma, Palermo, Milano,Voghera) ed una mostra itinerante sulla motonave Irpinia, che tocca i porti di  Alessandria d’Egitto, Beirut, Kaifa, Istanbul ed Atene.

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Dal 1997 ad oggi

1997
Muore a Godiasco il 21 luglio.
La sua fortuna critica è testimoniata dalle numerose citazioni in contributi critici e da mostre postume (Fortunago, Salice Terme, Certaldo, Genova).
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